Scopri Pollegio

Evoluzione di Pollegio

Le origini di Pollegio sono oscure ed avvolte nella nebbia. Non si ha notizia di abitati preistorici nel fondovalle del Ticino e del Brenno, nè nell' età della pietra, nè in quella del ferro.

Cosa certa è che nel periodo preromano e molto probabilmente anche in quello romano, la regione di Pollegio non era occupata, e se esistevano abitazioni, esse si trovavano sulla montagna.

Infatti i nostri monti, a differenza del fondovalle, furono stabilmente colonizzati già in epoca molto antica; ce lo dice la toponomastica, scienza che studia l'origine dei nomi di luogo.
Esiste un terrazzo abbastanza vasto che va dal Monte Erto ad Airolo (ed ancora oltre) passando per il Vallone di Sobrio.
Gli studi ci dicono che le desinenze dei nomi di paesi in "-engo, -esco, -osco, -asco" situati sulla lunghezza del terrazzo, ed anche al disopra ed al disotto, (da Conzanengo a Brugnasco, attraversando Bidesco, Mairengo, Lurengo , ecc.) hanno un' origine storica comune, che in base a ricerche storiche effettuate, risale alla civiltà celto-ligure (preromana).
Sembra pure che a questa civiltà appartenessero anche i Leponti, una frangia dei quali, detta "I Canini", successivamente sconfitta dai romani, abitava la costa della valle del Ticino da Giubiasco a Pollegio.
Ancora oggi a Pollegio si indica con il toponimo "Cancanin" il luogo in cui sorgeva l' "Hospitale di Santa Maria in Campo Canino de Pollezio degli Umiliati" (Ospizio per pellegrini e viandanti trasformato nel 1622 in seminario).

Stando a tutte queste informazioni fondamentali dal punto di vista storico-geografico si può trarre una conclusione e cioè che la prima colonizzazione stabile della Leventina (del suo versante sinistro), sia partita da Sud, seguendo il terrazzo montano e non lungo il fondovalle; e che i protagonisti di questa colonizzazione furono quasi certamente ramificazioni di popolazioni stanziate in Piemonte; visto il fatto della presenza comune di nomi con origine celtica sia in Piemonte (Marengo), nel Sottoceneri (Barbengo, Sorengo) e nel Bellinzonese (Giubiasco e Cerinasca d' Arbedo).

Su questi terrazzi sorsero piccole comunità di pastori, viste le condizioni climatico-ambientali favorevoli, ed a poco a poco si dissodarono i terreni e si costruirono abitazioni.
Questa comunità prese il nome di Saìmola, cambiato poi nel corso degli anni in Sìmora, Simra ed infine Simbra.
Con l'aumentare della popolazione ed il calo di spazio a disposizione, e vista la necessità di pascoli estivi, per il fatto che l' allevamento di bestiame grosso era diventato preponderante nei confronti dell' economia rurale, si iniziò a discendere al piano combattendo contro le acque che fino a quel punto dominavano quasi incontrastate il fondovalle.

C' è da ricordare che si trattava di un villaggio e non di un vero e proprio comune, in quanto l' insieme di tutti i villaggi sul territorio dell' attuale Leventina fino anche a Lodrino e Gorduno (dal passo della Novena al torrente di Moleno) formava il Grande Comune di Leventina.
Questo comune di Leventina nell' anno '945 venne ceduto ai Canonici del Duomo di Milano, sotto al governo dei quali rimase fino al 1403 quando passò in mani Urane.
Fin a quell' anno il comune era formato da 10 vicinanze. Pollegio con Bodio, Personico e la montagna di Sobrio, erano parte della vicinanza di Giornico.
Il gruppo di Pollegio, Personico e Bodio formava allora una sorta di Comune interno alla vicinanza. L' unione di questi tre villaggi, diede vita successivamente alla vicinanza di Bassa.

Proprio a Pollegio, forse perché segnava il limite naturale della Leventina, o forse per la presenza del Monastero di Santa Maria; nel 1422 gli svizzeri fecero il giuramento prima della battaglia di Arbedo (combattuta contro i milanesi).
La Leventina, dopo che i Confederati persero questa battaglia, passò poi negli anni successivi ancora sotto dominazione milanese, per poi ritornare nel 1440 agli svizzeri, conquista che venne poi legittimata con la pace di Lucerna del 1480.

Ancora un fatto molto importante fu che nel 1478 proprio da Pollegio, fu spedita la dichiarazione di guerra al duca di Milano.
Durante la guerra il paese venne messo a sacco, incendiato e i suoi abitanti dovettero rifugiarsi sui monti.
Questa battaglia, si svolse come ormai da diversi anni è stato accertato, sul territorio fra Pollegio e Bodio (facenti parte della vicinanza di Gionrico), e non su quello fra Bodio e Giornico come per lungo tempo si credette.
I caduti leventinesi, vennero poi seppelliti a Pollegio, dove venne creata una chiesetta, la quale divenne chiesa parrocchiale nel 1602 con la fondazione della parrocchia di Pollegio.

Verso il 1500 cominciò quindi il lungo trisecolare dominio svizzero sulle valli ticinesi.
Per stabilire la pace, come per stabilire la guerra, si scelse Pollegio, nel 1517 vi si stabilì il tribunale incaricato di risolvere la questione sorta fra il Re di Francia ed i confederati a proposito dei Baliaggi.
I tre secoli di pace furono caratterizzati dalla lotta contro gli elementi naturali (l' acqua prima di tutti), dalle lotte per i confini , dai processi delle streghe (fatto molto importante) e dalla peste che infuriò come anche a Biasca nel 1629.

Nel 1803 poi il Ticino divenne Cantone indipendente, e con questo fatto rinnovò il suo ordinamento giuridico.
Ed a poco a poco con le nuove leggi emanate si scisse l'amministrazione comunale da quella patriziale, facendo prima una legge nel 1853 sull' ordinamento comunale e poi nel 1857 sull' ordinamento patriziale.
Chiaramente da quegli anni fino ad oggi diverse leggi sono state emanate e modificate.

Il nome di Pollegio probabilmente potrebbe essere stato suggerito dalla sua condizione frequente di luogo "bollicio" (termine dialettale, che significa paludoso), il che è un' ipotesi avvalorata dai diversi allagamenti provocati dal fiume Brenno ed anche dal Ticino.

Vi è da dire che oggi Pollegio è un comune che si è sviluppato molto, soprattutto a Pasquerio, piccola frazione di Pollegio, una volta quasi totalmente disabitata, che ha subito negli ultimi anni un popolamento molto veloce.
La popolazione è aumentata e si conta anche una certa presenza di stranieri, mentre invece i patrizi sono diminuiti.

Lo scenario Alptransit, che sembrava proporsi in maniera molto positiva, per ora non sta seguendo il corso che ci si immaginava.
In futuro, probabilmente con la chiusura del cantiere ed il funzionamento del tratto, si spera si potranno avere i primi riscontri positivi.


Parte delle informazioni contenute in questo testo provengono direttamente dell' autore e da sue ricerche,
mentre altre sono il frutto di interviste storiche al professore Roberto Forni.

 

a cura di Michele Guerra

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